Ciclo delle Fondazioni - 2. Prima Fondazione - Fondazione e Impero - Seconda Fondazione by Isaac Asimov

Ciclo delle Fondazioni - 2. Prima Fondazione - Fondazione e Impero - Seconda Fondazione by Isaac Asimov

autore:Isaac Asimov [Asimov, Isaac]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788852081699
editore: Mondadori
pubblicato: 2018-08-18T16:00:00+00:00


5

Lo psicologo

Coloro che si dedicavano alla ricerca scientifica erano gli uomini più liberi della Fondazione. In una galassia dove il predominio, e persino la sopravvivenza stessa della Fondazione si basavano sulla sua superiorità tecnologica, era naturale che, malgrado gli abusi di potere che si erano verificati nell’ultimo secolo, la comunità degli scienziati godesse di diritti particolari. Era una necessità e gli interessati lo sapevano.

Di conseguenza Ebling Mis – solamente chi non lo conosceva aggiungeva il titolo al suo nome – era l’individuo più libero della Fondazione. In un mondo dove la scienza era rispettata, lui era lo scienziato per eccellenza. C’era bisogno del suo contributo e se ne rendeva perfettamente conto.

Così succedeva che, mentre gli altri erano costretti a inginocchiarsi, lui si rifiutava e faceva notare ad alta voce che i suoi antenati non avevano mai dovuto farlo davanti a nessun sindaco puzzolente. Affermava inoltre che ai tempi dei suoi antenati i sindaci venivano eletti dal popolo e potevano essere cacciati a pedate se non erano graditi. Infine sosteneva che per diritto di nascita si eredita solo l’idiozia congenita.

Per questo, quando Ebling Mis decideva di onorare il sindaco di una sua visita, faceva a meno di passare attraverso la complicata procedura burocratica che regolava le udienze. Una volta, dopo essersi buttato sulle spalle la giacca meno rovinata delle due che possedeva e calcato sulla testa un cappellaccio dalla strana forma, si accese un sigaro ed entrò nel palazzo del sindaco senza nemmeno degnare di uno sguardo i poliziotti alle porte.

Il sindaco si rese conto dell’intrusione quando avvertì un mormorio dapprima confuso esplodere in esclamazioni e imprecazioni.

Lentamente Indbur posò la sua zappetta e si alzò accigliato. Era solito concedersi solo due ore di riposo nell’arco della giornata, che dedicava al giardino se il tempo lo permetteva. Nel suo giardino i fiori crescevano ordinatamente, in quadrati e triangoli gialli o rossi. I vertici delle figure geometriche erano d’un color violetto e i lati erano delimitati da una fascia verde. Tutto era di una simmetria stupefacente. Quando era in giardino, nessuno poteva disturbarlo.

Indbur si tolse i guanti sporchi di terra e si diresse verso la porta del giardino.

«Che cosa significa questo baccano?» sbottò irritato.

Per tutta risposta il corpo di Mis atterrò ai suoi piedi, mentre brandelli della sua giacca erano ancora in mano di chi aveva cercato di trattenerlo.

Indbur fece un passo indietro con aria solenne, aggrottando la fronte, e Mis si chinò a raccogliere quello che rimaneva del suo cappello, scrollandolo dalla polvere e mettendoselo sotto il braccio.

«Stammi bene a sentire, Indbur, metterò in conto a quei maledetti uomini che tieni davanti alla porta una giacca nuova. Questa era ancora in ottimo stato.» Sbuffò e si asciugò il sudore della fronte con gesto teatrale.

Il sindaco si era irrigidito e lo guardava disgustato, poi drizzandosi in tutto il suo metro e cinquantotto di statura, disse: «Non mi risulta che tu abbia chiesto udienza, Mis. O per lo meno non ti è stato concesso il visto».

Mis lo guardò stupito. «Per la galassia, Indbur, non



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